SOGNO DI GIBBERISH:2

UN SOGNO DI GIBBERISH
PARTE 2


SEGUITO :

Continuo a baciarlo, allungo la mano sfioro le palle le massaggio, le tengo nel palmo a coppa per tastarne la consistenza e la pienezza, sono calde e morbide.
Stringo il pene con entrambe le mani, me lo infilo in bocca succhiandolo dolcemente, la morbidezza della sua pelle e il suo profumo unico e seducente mi fanno rabbrividire mentre sento il suo corpo vibrare e un ruvido gemito montargli nel petto.
Marco mi tocca la guancia dicendo: "Leccalo!" Eccitata da quell’ordine gli giro intorno con la lingua e fremo di piacere quando mi ricompensa con una calda esplosione di liquido pre eiaculatorio.
Stringo in una mano la base dell’uccello, lo accolgo in bocca, succhiandolo ritmicamente nella speranza di ottenerne di più.
Vorrei avere il tempo per farlo durare, per farlo impazzire.
Lui emette un gemito pieno di dolcissima agonia sussurrando: “Dio, Sara, la tua bocca! Continua a succhiare!"
Sono così eccitata dal suo piacere che mi stringo a lui, le sue mani afferrano i miei capelli tirandoli forte.
Adoro il modo in cui inizia dolcemente, poi diventa sempre più feroce, man mano che il desiderio che sente per me travolge il suo autocontrollo. Quel lieve dolore mi rende ancora più affamata, più ingorda!
La mia testa ondeggia nel dargli piacere, lo tengo stretto con una mano succhiandolo profondamente. Grosse vene solcano il suo pene, piego la testa per accarezzarle una a una con la lingua. Me lo godo sulle labbra come un dolce raro.
E' la fellazione più generosa che ho mai fatto in vita mia.
La punta mi arriva fino all’ugola, succhio a più non posso, muovendo la testa ritmicamente per farmi scopare in bocca.
La sua erezione cresce diventando più grossa e più lunga. Mi fanno male le ginocchia, ma non me ne importa, il mio sguardo è inchiodato su Marco che con la testa piegata all’indietro cerca di riprendere fiato.
“Sara, mi succhi così bene!"
Mi tiene ferma la testa e prende il comando, spingendo con i fianchi, ridotto al livello del puro bisogno dove solo la corsa verso l’orgasmo ha importanza.
Mi aggrappo alle sue cosce tese con entrambe le mani, lavorando freneticamente con le labbra e con la lingua, voglio disperatamente farlo venire!
I suoi testicoli sono pesanti, grossi, un’audace dimostrazione della sua potente virilità, li accarezzo delicatamente, li sento tendersi e sollevarsi.
La sua voce è solo un gemito gutturale, la sua presa tra i miei capelli si fa più stretta: "Mi stai facendo venire!"
Il primo fiotto di sperma è così denso che fatico ad ingoiarlo.
Accecato dal piacere, Marco si spinge fino in fondo alla mia gola, con il pene che pulsa ad ogni scarica dentro la mia bocca. Gli occhi mi lacrimano, i polmoni mi bruciano ma continuo a tenerlo stretto finche’ non si svuota completamente.
Lo sento tremare mentre prendo tutto, fino all'ultima goccia.
I suoni che emette, i complimenti che mormora ansimando sono i più gratificanti che ho mai sentito.
Gli do un’ultima leccata per pulirlo, meravigliandomi di quanto è ancora duro dopo quell’orgasmo esplosivo.
Nel silenzio della notte, il mio respiro è lieve, il mio corpo rilassato, un sorriso accennato si dipinge sul mio volto mentre il sogno mi culla in un mondo meraviglioso, sono felice leggera, immersa in un’ emozione così intensa da sembrare reale.
Sento una carezza sulla guancia , poi una voce dolce che mi riporta alla realtà.
“Amore, ti stai svegliando, stavi sorridendo nel sonno.”
Apro gli occhi lentamente, ancora immersa nelle sensazioni di quel sogno così bello.
Mio marito, Stefano è lì, accanto a me, il volto incuriosito e affettuoso, mi stringe tra le braccia, il calore del suo corpo mi avvolge come una promessa di serenità.
"Sembra che tu abbia sognato qualcosa di bello!"
Annuisco, gli occhi ancora brillanti di emozione: “Si, è stato meraviglioso, devi sentire che sogno incredibile ho fatto! Ma ora per favore, stringimi, accarezzami, riscalda le mie labbra con le tue." Dico a Stefano attirandolo a me.
Spero di fargli capire che il mio è vero desiderio e con entusiasmo inizio a raccontargli ogni dettaglio, mentre la felicita di quella notte continua a riscaldarmi il cuore.

F I N E